Nome scientifico: Bufo bufo
Nome comune: rospo comune
Ordine: anuri
Famiglia: bufonidi
Velenoso: sì, se si sente in pericolo. Dalle ghiandole del dorso e dalle ghiandole parotidi è in grado di secernere un liquido biancastro irritante per le mucose. Questa sostanza si chiama “Bufalina” che, se inoculata, può avere effetti neurotossici.
Indole: non aggressiva
Dove e quando lo si può trovare
L’anfibio è presente in tutta Italia ma non in Sardegna.
Il suo periodo attivo va da febbraio a novembre. In inverno il suo corpo entra in ibernazione, registrando temperature poco al di sopra dello 0.
Il Bufo è un animale notturno/crepuscolare ma è possibile incontrarlo in giornate di pioggia.
E’ un animale ben adattato al contesto antropico e che è in grado di sopravvivere in situazioni di estrema variabilità climatica. Il suo habitat ideale rimane senza dubbio il bosco di conifere dove trova rifugio sotto tronchi e sassi o ancora dentro le tane che lui stesso scava e che occupa per anni. Nel periodo riproduttivo, da marzo a giugno, concentra la sua attività in pozze d’acqua dolce, ruscelli dal flusso poco corrente o fonti d’acqua non del tutto salmastre.
Descrizione visiva
Il Bufo bufo è il più grande anfibio d’Italia. Molto simile a Bufo viridis,altra specie appartenente alla famiglia dei bufonidi. La sua lunghezza varia dai 12 ai 20 cm.
Si presenta con un corpo tozzo e massiccio, per nulla aggraziato nei movimenti. La testa è grossa ed arrotondata, le pupille sono orizzontali, la pelle è spessa e verrucosa. Le ghiandole parotidi, solitamente rosse-arancioni, sono molto sporgenti e divergenti rispetto all’asse centrale del corpo. Il colore del dorso conserva sempre una tonalità di base grigiastra-bruna con chiazze bianche e puntini rossi in corrispondenza dei numerosi tubercoli. Il ventre rimane più chiaro.
Comportamento e riproduzione
Il Bufo bufo passa la sua intera giornata nascosto nella tana, la sera si sposta a grande distanza in cerca di piccole prede da cacciare. Nel mangiare la preda estroflette la lingua un po’ di volte e poi si aiuta con le zampette anteriori per portarsi il cibo alla bocca. Questo animale è predato in particolar modo da Natrix. Quando si sente in pericolo, si gonfia a dismisura e inarca il dorso simulando così un aspetto più grande e quindi non facilmente ingollabile da un serpente. Come ultimo tentativo, secerne la già citata ”Bufalina” dalle ghiandole ed il liquido dalla cloaca per rendersi meno appetibile.
Il dimorfismo sessuale è molto evidente. Il maschio è sempre più piccolo della femmina sebbene conservi arti anteriori molto robusti ed i caratteristici calli nuziali sulla parte interna delle prime dita. Questo anfibio non ha una sacca vocale ma produce comunque un suono attenuato, udibile a breve distanza. Nel periodo degli amori il maschio si sposta in pozze d’acqua dolce. Una volta trovata la consorte gli sale sul dorso afferrandola con le zampe anteriori sul torace, l’accoppiamento infatti è quello tipico “Ascellare”e può durare molti giorni. In questo periodo nessuno dei due si alimenta. Trovato il luogo adatto vengono deposte fino a 12.000 uova di 2 mm ciascuna, disposte su due file in lunghi cordoni gelatinosi e trasparenti solitamente avvolti alla vegetazione acquatica presente. La larva, di colore grigio scuro, ha una coda corta; il girino, invece, in pieno sviluppo é lungo 3 cm, più piccolo rispetto a Bufo viridis. In due-tre mesi la metamorfosi si compie. I giovani Bufo bufo hanno colori sempre più sgargianti rispetto agli adulti.